Il furoshiki che ho deciso di mostrarvi per queste imminenti feste pasquali è molto semplice ma ha una particolarità: sia il telo (un lino piuttosto grezzo) utilizzato per il fagotto, sia il suo contenuto (degli ottimi ovetti sodi), sono entrambi tinti a mano con metodi e sostanze naturali.

La Primavera è la stagione perfetta per fare qualche passeggiata in campagna… è rilassante ed è facile trovare erbe con proprietà interessanti per i nostri esperimenti handmade, come in questo caso la tintura naturale ;-)
La maggioranza delle piante (foglie secche, alcuni fiori) donano ai tessuti un effetto invecchiato, tingendoli in tutti i toni di beige, giallo e marrone possibili.

Quello in foto è il lino che ho utilizzato per confezionare il mio furoshiki ed è stato proprio tinto immergendolo in un infuso di foglie e spezie che avevo in casa. Per fissare il colore, in questo caso, ho utilizzato solo del sale grosso versato nell’acqua di bollitura, ma in genere per ottenere determinati colori (compresi anche i rossi, i blu, i verdi e i grigi) è assolutamente necessario preparare prima la stoffa con un mordente (in genere allume di potassio… lo trovate tranquillamente in erboristeria, meglio se in polvere).
Per approfondire l’argomento vi consiglio la lettura di questi testi antichi scaricabili online:
In entrambi i casi troviamo nozioni piuttosto tecniche ma l’elenco delle sostanze tintorie suddivise per colori può essere utile anche per i meno esperti dato che troviamo, tra erbe magari a noi sconosciute, anche frutti, fiori e radici comunissimi e facili da trovare.
Qualche esempio:
- GIALLO/ARANCIO: curcuma, zafferano, buccia di cipolla
- ROSSO/ROSA: barbabietola, ciliegie
- VERDE: spinaci, ortiche
- BLU/VIOLA: mirtilli, more, uva, sambuco
- MARRONE: caffè, tè nero
- GRIGIO: carruba, corteccia di sambuco
Le stesse sostanze possono essere usate per tingere le uova… un classico delle decorazioni pasquali :-)

Molti svuotano le uova e tingono solamente i gusci, ma nel mio caso ho preferito usare le uova intere, servendomi di tinture “commestibili”.
Le uova rosse le ho ottenute con la barbabietola, mentre quelle giallastre (in origine erano un rosa chiaro) sono state cotte in acqua e curry (non avevo la curcuma pura). Per fissare il colore ho usato anche qui il sale grosso, che comunque non guasta mai per fare delle buone uova sode ;-)

Nelle foto è poco visibile, anche perchè i colori naturali sono sempre molto tenui rispetto a quelli chimici, comunque in qualche uova ho creato dei leggeri effetti in stile shibori (la tintura tradizionale giapponese) avvolgendo uno spago intorno al guscio. Il metodo lo trovate spiegato qui (cliccate su “Shibori Eggs” per scaricare il pdf).
Prima o poi proverò anche questa tecnica con le bucce di cipolla ;-)
Ma torniamo al nostro fagotto!
Una volta preparato il quadrato di stoffa e le uova, ho preso un piccolo cestino senza manici e l’ho avvolto nel furoshiki annodandolo solo con un nodo (otsukai tsutsumi). Trovate le istruzioni a pagina 19 del libro “Foulard Creativi”.
Le uova possono essere nascoste all’interno del cestino…


… oppure si può prima avvolgere il cestino con due lembi di stoffa, inserire le uova e, infine, annodare gli altri due capi del furoshiki.

Per qualsiasi domanda e curiosità scrivetemi pure nei commenti :-) Intanto vi auguro una buonissima Pasqua!

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